Tuesday, July 24, 2007

miniguida a Rimini Comix


Rimini Comix, ovvero la fiera del fumetto di Rimini, vale una visita perché:

1. la fanno in luglio e, si sa, al mare ci si va d'estate
2. gli stand sono a meno di cinquanta metri dalla spiaggia
3. dove altro potete mangiare la vera piadina romagnola?

Ecco alcune pratiche regole per la vostra escursione a Rimini Comix:

1. la fiera è aperta dalle 17 alle 24 ma voi prendete il treno delle 9 così avrete esattamente otto ore da trascorrere sulla spiaggia
2. quando sarà il momento di scegliere il bagno puntate diritti verso quello che ha il buffet più grande (i prezzi dei lettini sono tutti uguali)
3. non dimenticate la crema solare

Wednesday, July 11, 2007

la gita fuori porta - ultima parte (ovvero la resa dei conti)

"Tornate sulla strada principale. Girate a destra. Dopo cinquecento metri c'è il cartello del paese. L'agriturismo è lì".

Sembra facile (menomale visto che è mezzanotte, siamo leggermente brilli e non sappiamo bene dove ci troviamo.)

Torniamo sulla strada. Giriamo a destra. Vediamo il cartello. Ci siamo. Finisce il paese.
"Dov'è il nostro agriturismo?"

Torniamo indietro.
Rifacciamo la strada. Cartello. Finisce di nuovo il paese.

Decido che è ora di cercare il numero di telefono dell'agriturismo.
Chiamiamo.
E' l'una. Speriamo che siano ancora svegli.

"Siamo qui come facciamo ad arrivare da voi?"

Ci spiegano.

"Ok, allora giro a destra o a sinistra dopo il passaggio a livello?" chiedo.

"Quale passaggio a livello?" dice lui.

Non ha capito dove siamo.
Dopo vari tentativi riusciamo a capire che avevamo sbagliato paese.
Gironzoliamo ancora un po' e finalmente lo troviamo.
In mezzo al nulla sbuca il nostro agriturismo.
All'una e trenta ci registriamo pensando che la padrona di casa ha uno strano concetto delle distanze.

"Se pensate di uscire, con questo codice potete aprire la porta principale".
"Non credo che usciremo" penso io (se esco e mi perdo mi tocca dormire in macchina e domattina mi ritrovo senza un rene).

La camera è proprio carina.
Il bagno è grande.
Sulla porta è appeso un foglio con le tariffe.
85 euro a notte.

Ci addormentiamo sperando che domani mattina non ci presentino il conto.


la gita fuori porta - quarta parta

Il viaggio in pulmino è più piacevole di quello dell'andata.

Siamo con l'Uomo Luce e la Fotografa e abbiamo tutti bevuto.

Nella cascina la Grande Festa è già iniziata.

Noi abbiamo in mente solo il gelato del menù e cerchiamo di capire dove dobbiamo andare e cosa dobbiamo dire perché ce lo diano senza dover sborsare un soldo (ci siamo immersi perfettamente nella parte dei "giornalisti invitati").
Andiamo alla cassa e diciamo "siamo del gruppo dei giornalisti, come facciamo per avere il gelato?"

Funziona.

La signora sta per darci i buoni che dovremo dare alla gelataia ma poi decide che fa prima se glielo dice (tanto è lì di fianco) e le grida (per riuscire a farsi sentire nonostante la musica):

"QUESTI SONO 4 GIORNALISTI, DAGLI IL GELATO SENZA IL BUONO".

Ovviamente si girano tutti verso di noi disprezzandoci per il fatto che non tiriamo fuori i tre euro che chiedono per il cono gelato. E noi fingiamo un leggero imbarazzo (o è il vino che arrossa le nostre guance?). Ma poi ci concentriamo sul vero problema: fiordilatte, yogurt o pera?

Tutti e tre.

Intanto l'Uomo Luce decide che la cena non gli è bastata e così spacciandosi per un giornalista del New Yorker riesce a farsi dare il buono per la degustazione dei formaggi.

E poi arriva il momento di andare in albergo.
Mi faccio spiegare la strada.
Ringraziamo la padrona di casa per tutto quello che ha fatto per noi e ci congediamo non senza rimpiangere la festa, il vino, la notte stellata e i formaggi.

Salutiamo l'Uomo Luce e la Fotografa e, al buio, affrontiamo la discesa in mezzo alla vigna verso la nostra macchina (e raccogliamo un altro po' di sabbia).

la gita fuori porta - terza parte

Per portarci a cena avevamo noleggiato tre pulmini. Nove posti l'uno compreso l'autista.

Ci invitano gentilmente ad avvicinarci e a prendere posto sul pulmino.
E' uno di quei momenti in cui tutti pensano "Guardo cosa fanno gli altri e lo faccio anch'io" oppure "Dobbiamo fidarci? Chissà dove ci portano?" o ancora "Chissà chi sarà seduto vicino a me".

Noi cerchiamo solamente quello con dei posti ancora vuoti (per non rischiare di doverci fare il percorso a piedi).

Saliamo.
Io dietro e Francesco nel posto davanti a me.

Si parte (e subito ci rendiamo conto che a piedi sarebbe stata davvero troppo lunga ma anche che non ritroveremmo mai la strada per tornare se dovessero lasciarci da qualche parte in mezzo alla campagna senza un rene).

Accanto a me c'è una coppia di giovani ricchi che discute sugli acquisti per la loro nuova casa.
Non avendo niente di meglio da fare (e visto che il viaggio sembra essere un po' lungo) fingo uno sguardo assorto verso la campagna circostante (in cui scopro altre opere d'arte particolarmente brutte) e mi metto in ascolto.

"
Amore, il divano che hai scelto ci costa come una settimana a Montecarlo" dice lui.
Lei ride.

"
Gli sgabelli per la cucina quanto costavano? Mille euro l'uno, vero?"

Lei ride.

Smetto di ascoltarli.
Distolgo lo sguardo anche dalla campagna (e dalle opere d'arte per me incomprensibili quasi quanto i due di prima).

Siamo arrivati.
Scendiamo ed entriamo nella cantina.
Passiamo in mezzo alla sezione imbottigliamento e poi ci ritroviamo nella cantina con le botti.
C'è il titolare che sta illustrando ad un gruppetto di 4/5 persone le tecniche che usano, dove comprano il legno e la temperatura della cantina. Notiamo subito che l'uomo Gambero Rosso e la sua fotografa sono lì. Ci accodiamo e scopriamo che una botte da 50 ettolitri di vino costa 16mila euro (come 16 sgabelli da cucina, wow) e che il legno viene dal Massiccio Centrale francese.

Pensiamo tutti che potremmo metterci a costruire botti invece di fare i giornalisti. E' un lavoro senz'altro più redditizio.

Scopriamo anche che esportano la maggior parte del loro vino e che una bottiglia (in Canada) costa 70 dollari. Cancelliamo subito dalla nostra lista mentale il punto "Acquistare una bottiglia di vino".

E' ora di cena e ci invitano a prendere posto.
L'uomo Gambero Rosso dice che potremmo sederci vicini così possiamo chiacchierare.
Scegliamo 4 posti al centro della tavola sotto la luce.

Ci sediamo. Quattro bicchieri per ogni commensale.
Leggiamo il menù.
Sembra interessante.

E poi inizia la cena. Camerieri che riempiono i bicchieri prima a tutte le signore e che gironzolano dietro le nostre schiene attenti a riempirlo di nuovo non appena si svuota. All'inizio mi inquieta la loro presenza ma poi mi ci abituo e mi ritrovo regolarmente con il bicchiere pieno.
"
Almeno so quale devo usare" penso.

In attesa dell'antipasto (coniglio freddo e peperonatina leggera) facciamo conoscenza con i nostri nuovi amici. E scopriamo subito che l'uomo Gambero Rosso non lavora al Gambero Rosso, ma si occupa di architettura della luce ed è lì per vedere come è stata studiata l'illuminazione delle cantine. Uomo Luce. La sua compagna è la fotografa di una rivista di viaggi. E poi ci sono sommellier che trascorrono tutta la cena prendendo appunti sul loro taccuino sul sapore, il colore e l'odore del vino che stanno bevendo, centellinandolo a piccoli sorsi.

La cena è davvero piacevole. Si chiacchiera di tutto, tra un bicchiere di barbera e l'altro, dal vino al fumetto (scopriamo così di avere in comune con l'Uomo Luce la passione per TinTin) fino all'amore.

I ravioli al tovagliolo ci stupiscono per la particolare presentazione oltre che per la bontà. Si servono avvolti in un tovagliolo con una piccola ciotola di brodo in cui sono immersi alcuni pezzetti di parmigiano. Uno spettacolo.

Ma la vera rivelazione della serata è l'agnello gratinato.
Non siamo amanti della carne di agnello ma siamo lì, l'hanno cucinato per noi e pare brutto lasciarlo nel piatto.
Ed ecco la rivelazione.
Ci piace.
E anche tanto.

Nel frattempo ci dicono che dobbiamo sbrigarci e riprendere i nostri posti sui pulmini per tornare alla cascina per la grande festa finale.
"E il gelato? Sul menù c'è anche il gelato?" esclamo io.
Mi rassicurano sul fatto che il gelato sarà là ad aspettarci alla cascina.

Finiamo di gustarci il nostro agnello mentre tutti gli altri commensali (tranne l'Uomo Luce e la Fotografa) si affrettano verso l'uscita.
Ed è allora che scopriamo che uno dei nostri vicini ha lasciato il suo agnello nel piatto.

"
Che si fa?"
"
E' morto per noi, non è carino nei suoi confronti buttarlo via" dico io e agguantiamo il piatto.

"Non ho mai visto afferrare un agnello in nome dell'etica" dice l'Uomo Luce ridendo.

Ci scoliamo l'ultimo sorso di Barolo e corriamo verso i pulmini.



la gita fuori porta - seconda parte

Dove eravamo rimasti?
Ah sì. Avevamo un bicchiere di frizzantino in mano e ci stavamo godendo la serata al ritmo dello swing anni '40.

Il nostro tentativo di mescolarci alla folla stirata non stava funzionando così bene.
Ci sentivamo un po' dei pesci fuor d'acqua. Si conoscevano tutti. Parlavamo tutti del vino e ne decantavano le qualità (cosa che ovviamente facevamo anche noi, ma in modo molto meno professionale). E così abbiamo deciso di capire chi era chi e se c'era qualche "pezzo grosso" del giornalismo gastronomico.

"Vuoi che non ci sia nessuno del Gambero Rosso?" ci diciamo.

Uomini in giacca e cravatta. Donne in abiti di chiffon. Bambini che sgambettano. Fotografi che immortalano i momenti migliori della serata e i vassoi di tartine.
Anche noi finiamo in qualche scatto (siamo troppo vicini ai vassoi di tartine, ahimè).

"Secondo me, l'uomo Gambero Rosso è lui" e indico un signore distinto, camicia bianca e occhialino da intellettuale.
"Può essere solo lui".
"Ha anche la fotografa personale". E scopriamo che è la stessa che ci ha immortalato vicino alle tartine al roquefort.

Secondo bicchiere di vino. Passiamo al bianco fermo.
Gironzoliamo un po' e scopriamo una delle cose per cui ci hanno invitato in Piemonte: il Parco Artistico nella Vigna. Siamo lì per l'inaugurazione.

Giriamo dietro alla cascina e la prima opera è lì che ci aspetta. Una fontana di piastrelline colorate e vetro soffiato a piani che seguono il declivio della collina. Terrificante. Ci fermiamo un po' accanto all'obbrobbrio pieno d'acqua e cerchiamo di fare i nostri commenti senza farci sentire da nessuno. E' veramente brutta.

Torniamo dalle tartine al roquefort. Loro sì che sono belle (e buone).

E il nostro uomo Gambero Rosso è lì. Che ci fotografa con la sua macchinetta digitale.
"Con questo scatto vi ho reso immortali" dice.
Noi e le tartine al roquefort. O ciò che ne è rimasto.

"Simpatico l'uomo Gambero Rosso" pensiamo.

E poi arriva il momento della Passeggiata in Vigna (alla scoperta del Parco Artistico).
Partono tutti alla volta della cima della collina su per un sentierino che si snoda in mezzo ai filari di viti e arriva ad un'altra cascina. Partiamo anche noi (con il nostro bicchiere di bianco).

E scopriamo subito che la fontana non era l'unica opera (brutta) che ci attendeva e che ovviamente io avevo sbagliato scarpe. Diverse altre opere erano infatti state sistemate lungo il sentiero. Opere in legno, opere in vetro e in ferro battuto. E il sentiero era cosparso di una sabbia finissima che si è infilata nei miei sandali facendoli passare dal nero al beige (e che alla sera ha creato una mini collina sul pavimento della nostra camera).

La salita è impegnativa. Il sole è ancora caldo e i tre bicchieri di vino (me ne ero perso qualcuno per strada?) cominciano a farsi sentire. Ma arriviamo in cima, allegri e spensierati.

Di lì a poco ci verranno a prelevare per la cena.

la gita fuori porta - prima parte

Quando una mia collega due settimane fa è entrata in ufficio chiedendo chi voleva andare un fine settimana in Piemonte per una degustazione, indovinate chi è l'unica che ha alzato la mano?
Ovviamente, io.

La proposta era davvero allettante.
Degustazione, cena, albergo. Tutto gratis.

E così sabato siamo (sì perché l'invito era per 2 persone) partiti alla volta del Piemonte.
Dopo 3 ore di viaggio eravamo stremati dal caldo e leggermente preoccupati di non trovare il posto dove dovevamo andare (e dove ci stavano aspettando "Alle 18.30, mi raccomando"), anche se nessuno dei due sapeva bene per cosa, a parte la degustazione, la cena e l'albergo (tutto gratis).

Le indicazioni stradali sembravano farci girare in tondo.
E il paesello che stavamo cercando non risultava da nessuna parte.

"Chiediamo a qualcuno?"
"Ok".

Ci fermiamo al distributore. C'è un motociclista che si offre gentilmente di accompagnarci.
"Vado da quelle parti, seguitemi".

Lo seguiamo.

Dopo cinquecento metri compare il cartello del nostro agognato paesello.
"Allora ci saremmo arrivati anche da soli" - pensiamo.

Dopo dieci metri compare il cartello che segnala la degustazione a cui siamo invitati.
"Allora esiste davvero". E tiriamo un sospiro di sollievo.

Cerco in qualche modo di segnalare al motociclista che siamo arrivati.
Non mi vede.
Alzo i fari.
Non mi vede.
Do un colpo di clacson.
Non sente (ovviamente).

Ok.
Io giro.
"Ciao, signor motociclista".

Il posto è incantevole.
C'è già un sacco di gente.
Parcheggiamo.
Scendiamo e ci rendiamo conto di essere un po' spiegazzati e sudati.
"Siamo in ritardo?"
"18.28".

Ci rassettiamo un po' i vestiti, cercando inutilmente di stirare le pieghe, e andiamo.

Saliamo verso la cascina.
Ci accolgono. Diamo i nostri nomi (ci aspettano).
"Godetevi la serata" ci dicono.
"Non mancheremo" pensiamo

Una musica anni '40 ci invita a mescolarci ad una folla di persone (tutte perfettamente stirate).

Agguantiamo il nostro primo bicchiere di vino e ci lasciamo trascinare dalla musica, dalla vista delle colline e dalla luce del sole che sta calando.

"Chissà cosa ha pensato il motociclista quando si è accorto che non c'eravamo più".

Monday, July 09, 2007

miniguida ad Asti

Alcune regole semplici per gestire al meglio la vostra gita ad Asti:
1. se per caso vi trovaste a passare di lì, non fermatevi (soprattutto se è domenica ed è luglio)
2. se per caso avete malauguratamente sbagliato uscita e siete finiti ad Asti (ed è domenica ed è luglio) spero almeno vi siate portati qualcosa da mangiare (perché non troverete niente di aperto)
3. se per caso avete malauguratamente sbagliato uscita e siete finiti ad Asti (ed è domenica ed è luglio) e non avete niente da mangiare, l'unica cosa che vi rimane da fare è godervi la vostra passeggiata per le vie di Asti.

Nessuno (ma proprio nessuno) vi disturberà.