Ovviamente, io.
La proposta era davvero allettante.
Degustazione, cena, albergo. Tutto gratis.
E così sabato siamo (sì perché l'invito era per 2 persone) partiti alla volta del Piemonte.
Dopo 3 ore di viaggio eravamo stremati dal caldo e leggermente preoccupati di non trovare il posto dove dovevamo andare (e dove ci stavano aspettando
Le indicazioni stradali sembravano farci girare in tondo.
E il paesello che stavamo cercando non risultava da nessuna parte.
"Chiediamo a qualcuno?"
"Ok".
Ci fermiamo al distributore. C'è un motociclista che si offre gentilmente di accompagnarci.
"Vado da quelle parti, seguitemi".
Lo seguiamo.
Dopo cinquecento metri compare il cartello del nostro agognato paesello.
Dopo dieci metri compare il cartello che segnala la degustazione a cui siamo invitati.
Cerco in qualche modo di segnalare al motociclista che siamo arrivati.
Non mi vede.
Alzo i fari.
Non mi vede.
Do un colpo di clacson.
Non sente (ovviamente).
Ok.
Io giro.
Il posto è incantevole.
C'è già un sacco di gente.
Parcheggiamo.
Scendiamo e ci rendiamo conto di essere un po' spiegazzati e sudati.
"Siamo in ritardo?"
"18.28".
Ci rassettiamo un po' i vestiti, cercando inutilmente di stirare le pieghe, e andiamo.
Saliamo verso la cascina.
Ci accolgono. Diamo i nostri nomi (ci aspettano).
"Godetevi la serata" ci dicono.
"Non mancheremo" pensiamo
Una musica anni '40 ci invita a mescolarci ad una folla di persone (tutte perfettamente stirate).
Agguantiamo il nostro primo bicchiere di vino e ci lasciamo trascinare dalla musica, dalla vista delle colline e dalla luce del sole che sta calando.
"Chissà cosa ha pensato il motociclista quando si è accorto che non c'eravamo più".
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